In Francia, nel primo dopoguerra, il governo decide di gestire alcune radio che trasmettono dall’estero sul territorio francese in Onde Medie e Onde Lunghe: tra di esse Radio Montecarlo, RTL Radio Lussemburgo), Europa 1, Radio Sud.
Radio Montecarlo, la cui proprietà è condivisa dalla Sofirad e dal Principato di Monaco, comincia a trasmettere musica, intrattenimento e informazione, affiancandosi ai canali di stato francesi.
A metà degli anni Sessanta, nell’ ambito di un processo di rinnovamento generale, Radio Monte Carlo amplia la sua area di copertura verso la Francia, avvia le trasmissioni in lingua araba verso il Medio Oriente, e affida ad un funzionario di grande intraprendenza, Noel Coutisson, l’incarico di verificare le potenzialità di un’emissione in lingua italiana. Nella più pura tradizione della capitale europea del gioco d’azzardo viene lanciata …una scommessa.
Nel Principato, in Costa Azzurra e in Italia, lungo il litorale tirrenico, esistevano i presupposti per avere un buon ascolto e questo stava alla base della riuscita di un’operazione di tipo commerciale.In prima fila infatti sono pronte le multinazionali del tabacco, interessate a trovare un canale di pubblicizzazione dei loro prodotti, dato che le legislazioni francesi e italiane si facevano sempre più restrittive in materia di sigarette . Un’altra molla potente era la volontà del Principato di Monaco di reclamizzare al vicino pubblico italiano i suoi prodotti turistici. Trattandosi della radio di un paese estero confinante con l’ Italia, tutto scorre liscio e in perfetta legalità. Anzi, la RAI divide il bottino pubblicitario, raccogliendo inserzioni attraverso la sua concessionaria Publicitas.
Sono gli anni che precedono la contestazione studentesca e dall’ originaria funzione propagandistica e di controllo sociale la radio, nella neonata società dei consumi di massa, si orienta verso il business e il disimpegno. Il mondo cambia; gli umori anticonformisti e protestatari, la liberalizzazione sessuale, la voglia di sperimentazione e di rottura con il passato, trovano eco nel tentativo di fare una radio corrispondente alle necessità di un pubblico giovane che non ne può più delle paludate radio di stato: vuole la sua musica e il suo linguaggio. In Italia vengono alla ribalta nuovi talenti musicali che segnano i primi successi discografici di massa: Adriano Celentano canta “Il ragazzo della via Gluck”, Gianni Morandi “Non son degno di te”. Vince il Festival di Sanremo Gigliola Cinquetti con “ Non ho l’età ”, ma l’ideale femminile viaggia su modelli più spregiudicati, come la Caterina Caselli con la prime minigonne di “Nessuno mi può giudicare” o come la ragazza del Piper, il tempio dello shake, Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo.
A Radio Monte Carlo va in onda il mondo del sole, della spensieratezza, del gioco, della provocazione misurata, senza barriere e censure.
Le trasmissioni in onde medie per l’Italia prendono il via ufficialmente alle ore 14 del 6 marzo 1966, e si possono ascoltare lungo la fascia tirrenica fino a Napoli e nel Sud-Est della Francia. All’ arrivo dell’estate il popolo dei bagnanti può apprezzare per la prima volta le gioie di una radio scanzonata, anticonformista, che sa di Costa Azzurra e di peccato, di Brigitte Bardot, di Saint Tropez, di playboy e avventure estive da emulare sui lidi nostrani.
Radio Monte Carlo, la radio delle vacanze, è all’ inizio un programma quotidiano di due ore, ma nel giro di poche settimane passa a quattro, poi otto, poi tredici ore, dalle 6 e 30 alle 19 e 30 : a mezzogiorno arriva la voce di Anna, professoressa d’italiano che lavora in un liceo di Nizza, e a seguire quella di una ragazza di Monaco, Sandra, d’origine italiana; in un secondo tempo si aggiungeranno Barbara Marchand e Valeria Porrà. Dalla Liguria alla Versilia, dalla Versilia all’Argentario, sotto il sole più caldo, le manopole delle radio cercano i “1466 chilocicli pari a 428 metri”come recitano gli animatori. Si ascolta la musica dei cantanti italiani, ma anche quella di una straordinaria stagione francese: Michael Polnareff, Charles Aznavour, il Johnny Halliday di “Quanto ti amo”, Antoine con “Les Elucubrations”, Francoise Hardy, Adamo, ingredienti essenziali della vacanza da boom economico assieme alle creme solari e alla vicina d’ombrellone. Ma è anche il contenuto giusto per una radio che ora ha il formato… da vacanza: lasciato a riposare il mangiadischi, di che cosa possono riempirsi le radioline a transistor sempre più piccole e maneggevoli che spuntano da sotto gli asciugamani o gracchiano al sole appese agli ombrelloni?
La prima novità per le orecchie degli italiani ha il nome di Herbert Pagani e della trasmissione “Fumorama”, un programma tendenzialmente musicale, rivolto soprattutto ai giovani, dal linguaggio nuovo, legato alla contestazione degli ultimi anni Sessanta, con una forte vena ironica. Herbert Pagani ha 22 anni quando va in onda: di origine ebrea, nato in Libia, ha avuto un’educazione cosmopolita e si è già misurato con diverse espressioni artistiche.L’anno seguente pubblicherà il suo primo disco di canzoni in italiano “ L’albergo a ore “ con traduzioni e adattamenti musicali del cantautore e poeta francese Jacques Brel e canzoni sue come “ Cin Cin con gli occhiali “. Nei 20 minuti di Fumorama si succedono canzoni con testi spesso impegnati o anticonformisti, barzellette, poesie di Neruda, gag dissacranti e una serie di macchiette e personaggi improbabili la cui eco sentiremo, anni più tardi , in “Alto Gradimento”: il mago Zigo Zago, Adeno Sireno del Tirreno. E la trasmissione finiva con l’inconfondibile R prolungata dello sponsor : Ambassadorrrrrrrrrr.
Approfittando della scarsa conoscenza dell’italiano da parte dei gestori francesi entrano in programmazione quei dischi che in Italia non passavano le maglie della censura, come il De André di “Carlo Martello”, di “Bocca di Rosa”, de “Il Gorilla” tradotto da Brassens. E’ dalle onde di Radio Montecarlo che si possono ascoltare i sussurri erotici della canzone scandalo di Serge Gainsbourg e Jane Birkim “ Je t’aime, moi non plus ”.
La diversità dalla RAI, radio di stato, fatta dall’alto è evidente: a Radio Montecarlo l’ascoltatore diventa protagonista fin dall’ inizio con le dediche e, più tardi, con la partecipazione ai giochi, prima per lettera e poi per telefono: è una radio personalizzata, vicina a chi ascolta, su misura. Per chi la gestisce è anche la più semplice e la più economica.
È un programma di dediche che segna il boom della radio, “Balla balla”, sponsorizzato da una marca di cera per pavimenti e condotto da Gigi Salvadori e Liliana Dell’Acqua. Le dediche erano alla base anche di “Fate voi stessi il vostro programma”, condotto da Roberto Arnaldi; “Robertino” diventa il prototipo del conduttore dalla lingua sciolta e dalla parlata a raffica, a quei tempi il massimo dell’ improvvisazione. Siamo nel 1968, a Pagani e Robertino si aggiungono i primi animatori che in seguito diventeranno nomi noti dello spettacolo italiano: Ettore Andenna, Daniele Piombi, Vittorio Salvetti.
Per Radio Montecarlo la strada è tutta in discesa: senza la concorrenza di altre radio e con le televisioni private di là da venire gli ascoltatori e gli introiti pubblicitari sono in continua crescita, e così aumentano le ore di trasmissione nella nostra lingua e anche il clima diventa più …italiano.Un gran lavoro quindi per i registi che erano di lingua e cultura italiana: ” Per evitare incidenti diplomatici” spiega uno di loro, José Orrigo “ dovevamo stare attenti che non ci fossero giudizi di parte sulla politica italiana: la radio del Principato era ospite in Italia.” “Con tanti giochi “ aggiunge Pierdomenico Pennacchioli, ideatore e produttore di molti programmi” c’era bisogno di qualcuno che sapesse che Gigi Riva era un calciatore, Gianni Motta un ciclista, Gianni Nazzaro un cantante e Amintore Fanfani un politico. Per i giochi ricevevamo lettere dall’Albania, dall’Africa, dalla Germania e anche da Belgio, Polonia e Bulgaria”.
La fame di novità tra gli ascoltatori è alta:” Credo che il primo a parlarmi di Radio Montecarlo sia stato un amico che ora fa il caporedattore a Repubblica” ricorda Maurizio Costanzo, che anni dopo diventerà collaboratore dell’emittente monegasca.” Sembrava una cosa carbonara, clandestina. Ci dicevamo: ma tu la riesci a prendere? Dava un senso di grande libertà, si favoleggiava di questi studi straordinari e pensavamo : come saranno Federico, Awanagana, Luisella ?
Luisella Berrino va in onda per la prima volta il 7 aprile 1970 : ” Mi dividevo come ascoltatrice tra Radio Montecarlo e Radio Luxembourg. Da casa, ad Alassio, sentivo questi programmi con le dediche, ed era un modo assolutamente nuovo di fare radio, diverso, molto giovane. Un giorno un collaboratore di Herbert Pagani mi chiese se volevo provare a trasmettere: ero una ragazzina e a quell’età non hai in realtà un’idea di quello che vuoi fare nella vita, ma l’ultima cosa cui pensavo era quella di avere una voce passabile per la radio. Mi fecero leggere un copione e alla fine raccontai una barzelletta terrificante: piacque, mi presero. Andai in onda la prima volta assieme ad altre due persone, ci venne affidata la conduzione di una trasmissione che avrebbe dovuto fare Walter Chiari, alllora coinvolto in una storia di droga. Credevo che tutto sarebbe finito lì, anche perchè in radio all’inizio i contratti erano mensili e venivamo rinnovati volta per volta, ma capitai in un momento particolare “ aggiunge Luisella : “ ci voleva una voce femminile per fare una trasmissione, “Pensando a te”, in cui si invitavano gli ascoltatori ad inviare lettere d’amore: io le leggevo, si dava un premio alla lettera più bella e si trasmetteva la canzone richiesta dall’ascoltatore.”
Due anni dopo arriva anche Awanagana: “Ho cominciato alla radio grazie ad un’epatite virale. Ero in giro per il mondo come animatore turistico di villaggi, rientro dalla Turchia e mi becco quest’epatite; sessanta giorni d’isolamento in ospedale, dieta, e la prospettiva di un anno, se non a riposo assoluto, con una vita un po’ regolata: niente più animazione, niente villaggi turistici. A Milano un amico che veniva dal Piccolo Teatro mi aveva detto che a Montecarlo stavano cercando uno speaker e mi aveva chiesto se ci volevo andare. Ero molto indeciso. Ho mandato la letterina, dopo un mese m’arriva la convocazione ed eccomi lì, Boulevard de Princesse Charlotte, con due calzini e due camicie. Come per dire, boh, faccio sta cosa, mi diverto e me ne vado. Dopo due giorni e mezzo di provini il buon Noel Coutisson, il direttore, mi guarda e mi dice -perfetto, lei lunedì prossimo va in diretta, vuole…no ? – Ho detto sì, pensavo di lavorare tre o quattro mesi al massimo, sverno e poi riparto… Ci sono rimasto vent’anni, fino al primo gennaio del 1992.
Awanagana non era ancora …Awanagana prima di cominciare a trasmettere : “ E’ uno dei soprannomi che ho ed è finito sui documenti, per cui firmo assegni e contratti come Awanagana: gli altri sono Indio, Babugi, Francia, Anton, Flaco. Awanagana viene dall’ indio latino-americano, “ a venar gana ”, significa “ raccogliere il desiderio” e in un senso più aperto “io desidero per te le cose che non ho nella vita “; è un augurio e, poichè lo usavo come intercalare, i miei compagni di gioco da piccolo hanno incominciato a chiamarmi Awa, Awana e sono arrivati ad Awanagana. Quando sono andato a fare i provini, il terzo giorno Noel Coutisson mi chiede qual è il mio vero nome. E io comincio a fargli l’ elenco. Arrivato ad Awanagana, lui mi guarda, sempre con la sua pipa in bocca e ripete… Awanaganà hm hm … au revoir. Un quarto d’ ora dopo io ero nei corridoi, lui esce dall’ufficio come una lippa e fa ” Monsieur Awaganà , – mi giro – , genial , vous vous appellerez seulement Awanaganà, lei si chiamerà solamente Awanaganà.”
Nei primi anni settanta Radio Montecarlo comincia a cambiare musica: fino ad allora la regola era un disco francese, un disco italiano ed eventualmente uno anglo-americano, l’importante era che ci fosse un disco francese perché le trasmissioni si definivano italo-francesi. Ma dal 1973 comincia una programmazione più internazionale, con una maggiore presenza di pezzi italiani. La truppa di animatori s’infoltisce con Antonio Devia e Riccardo Heinen.
” Il nostro era un laboratorio di idee” sottolinea Luisella Berrino “ c’era tutto da fare in radio, tutto da inventare: Herbert Pagani faceva trasmissioni geniali ed era straordinario quello che riusciva a trasmettere con la sua voce. Lavorava con testi scritti messi a punto da Annalena Limentani. Avevano realizzato anche Colomba Darrel, un vero e proprio radiodramma, una soap opera radiofonica, organizzata, con i rumori.” Per il resto “l’antenna”, neologismo francese per indicare la radio, era fatta d’improvvisazione. Il gruppo di animatori, anche fuori dalla radio, era molto affiatato e il risultato è questo amalgama riuscitissimo: da una parte una radio con una struttura pesante, quasi di stato, dall’ altra gli animatori, molto professionali ma allo stesso tempo mossi da un entusiasmo creativo pari a quello che ritroveremo nelle prime radio private….e poi c’è Monaco, c’è la Costa Azzurra.
Federico L’Olandese Volante arriva a Radio Montecarlo nell’inverno a cavallo tra il 1972 e il 73 :“ Il direttore mi aveva detto di fare una trasmissione estremamente anglosassone.” racconta “ Io usavo i jingle, facevo una radio un po’ più viva”….e ad alto tasso alcoolico ! ” Federico si portava in studio casse di birra “ ricorda Luisella “e alla fine della giornata la scrivania era piena di bottiglie vuote. A mezzogiorno eravamo tutti a mangiare nello stesso posto. Il clima goliardico e creativo faceva miracoli, e anche un’ idea buttata lì per divertimento diventava in onda la realtà di un programma “ .” Il periodo di Radio Montecarlo è stato bellissimo,” conferma Federico “ conducevo il programma del pomeriggio, era un momento, per la musica, molto rock : c’erano i Led Zeppelin, i Deep Purple e altri grossi gruppi. Montecarlo aveva un vecchio studio dove si facevano le dirette radiofoniche, al terzo piano, tutto perlinato, in legno. Lì hanno registrato un album intero i Jethro Tull: sono venuti con il loro studio mobile e Alan Parson gli ha fatto la regia. Ringo Starr, Rod Stewart vivevano in Costa Azzurra… e con loro tutto il giro dei rockettari. E fuori dalla radio le serate mondane, le notti in discoteca con Saint Tropez a una manciata di chilometri. Dal “Pirata” a Mentone venivano tutti, da Frank Sinatra ai politici italiani d’allora…serate fino alle sei, sette del mattino.
Non mancavano i tiri mancini ai primi della classe, come Ettore Andenna: “ Ettore aveva un rapporto speciale con Noel Coutisson e cercava di ingraziarsi le ragazze, promettendo di intercedere presso il direttore.” racconta Luisella “ Abitava in un bellissimo appartamento con terrazza e lo subaffittava agli animatori che venivano a lavorare da noi con contratti a termine per i mesi estivi. Una volta, dovendo assentarsi per venti giorni, per impedire che si chiamasse da casa sua , aveva fatto mettere un lucchetto al telefono; in più aveva chiuso a chiave la porta della stanza dove c’era l’apparecchio. Ma uno dei suoi inquilini aveva chiamato i pompieri per farsi aprire la porta, dicendo che aveva perso la chiave..Dopodichè, con un’operazione chirurgica aveva tolto il quadrante con il lucchetto, sostituendolo con un altro, quindi ci aveva invitato tutti a telefonare. E mi ricordo che avevamo fatto delle telefonate pazzesche, chiamando ovunque, alle spese del povero Ettore! Al ritorno si trovò questo conto incredibile e, ignaro dell’accaduto, lo attribuì al fatto che lui aveva una fidanzata …in Africa .”
Il momento felice per Radio Montecarlo continua; gli animatori si sono ormai costruiti una salda professionalità, e come gli ascoltatori scoprono Radio Montecarlo, Radio Montecarlo scopre gli ascoltatori : ” Io ho impiegato parecchio tempo prima di capire che dietro quel microfono c’era tutto un mondo “ racconta Awanagana “ Ero abituato allo spettacolo, alla gente dal vivo, lì, con la reazione immediata . Le prime volte guardavo il regista e l’ assistente dall’ altra parte, e dicevo… ci stiamo divertendo? Vi piace questo? Dopo un mese, prima che arrivassero le lettere, sentivo la gente in giro che cominciava a dire: ti ho ascoltato l’altro giorno, eri così.. Piano piano capisci che c’è un mondo dall’altra parte; non solo, che è un mondo presente quanto quello del pubblico dal vivo; allora maturi, acquisti la tua coscienza e ti regoli di conseguenza; non lavori più per il regista, per il tecnico …ti diverti.” E il pubblico risponde: per un gioco nel quale bisognava votare il personaggio più popolare (i più gettonati all’ epoca furono il cardiochirugo Chris Barnard e il calciatore Gigi Riva, ma Noel Coutisson fece vincere il Papa) vengono recapitate in una solo giorno oltre diecimila cartoline.
Nel 1974 se ne va Noel Coutisson e dopo un anno arriva come direttore Stephane Banessy: le trasmissioni in onde medie si spostano dai 1466 chilocicli ai 701, dove resteranno fino allo spegnimento, il 21 giugno del 1993, del trasmettitore del Col de la Madone, uno dei più potenti al mondo.
Subito il coinvolgimento degli ascoltatori con i giochi e le dediche, subisce un’accelerazione: non si legge più la lettera, gli ascoltatori…vanno in onda con le telefonate. Non per proporre, come già fa la RAI con “ Chiamate Roma 3131 ”, un tema di discussione, ma per fare le domande agli ospiti presenti in studio, allora altrimenti irraggiungibili. Il primo a rispondere in diretta agli ascoltatori, fu Sandro Giacobbe, cantante popolarissimo tra il pubblico femminile.
” C’era un ascolto pazzesco, veramente pazzesco, ” racconta Luisella “ saltavano i centralini, tutti i giorni la Sip si metteva in contatto con noi per sapere quali regioni avremmo chiamato a partecipare ai giochi, perchè avrebbe potenziato le linee telefoniche ” . Lo stimolo a chiamare la radio veniva non solo dalla voglia generica di partecipare, ma anche dai premi, “favolosi” per le cifre che circolavano allora. “Il milione” era una delle trasmissioni più gettonate: si doveva indovinare un personaggio sulla base dei motivi musicali trasmessi; se ad esempio il personaggio da indovinare era Lucio Dalla, il primo brano era di De Gregori, per via del rapporto d’amicizia tra De Gregori e Dalla; il secondo era “Crapa pelada”, visto che Dalla è calvo ..e così via. Chi indovinava subito vinceva un milione, quindi si andava a scalare fino a centomila lire. Il montepremi arrivò fino a 15 milioni per un altro gioco popolarissimo in cui gli ascoltatori dovevano individuare le tre voci , quelle di Ivan Graziani, Franco Simone e di uno dei Dik Dik, Petruccio, che si dividevano il nome della radio : “Chi dice Radio, chi dice Monte, chi dice Carlo”,
Dal 1974, il pubblico italiano non riceve più solo musica da Radio Montecarlo, ma notizie, le prime concorrenti alla RAI: dei flash, dei titoli brevi di un minuto e mezzo scritti dai redattori del Corriere della Sera e letti da uno dei conduttori, Gigi Salvadori. Nel 1975 viene allestito uno studio in via Solferino, per permettere ai giornalisti di trasmettere da Milano e a partire dal 1977 c’è una redazione autonoma a Monaco.
Il tempo passa, in Italia nascono prima le radio e poi le Tv private, una concorrenza che non desta preoccupazione all’ inizio, ma che poi diventa sempre più insidiosa. Al centralino arrivano telefonate del tipo: “ Mi fate gli auguri, che domani comincia la mia radio ? ” e Montecarlo battezza decine di radio libere. E così già nel 1979 comincia lentamente l’erosione d’ ascolto da parte delle private, allora tutte emittenti che trasmettevano in un ambito locale.
Secondo una delle prime indagini d’ascolto d’allora, in quell’ anno l’emittente del Principato raggiunge tredici ascoltatori su cento contro i quaranta delle radio locali italiane che già pareggiano complessivamente quelli raggiunti dalle radio della RAI.
La liberalizzazione dell’ etere nazionale, con la caduta del monopolio di Stato in Italia porta grandi cambiamenti e novità, non solo nei programmi, ma anche nella possibilità d’ascolto: mentre nel 1975 solo tre italiani su dieci possiedono un apparecchio radio in grado di ricevere anche in modulazione di frequenza ( FM) , nel 79 sono già sette su dieci, ed FM diventa il grido di battaglia delle private, garanzia di un ascolto votato alla musica e non più al semplice intrattenimento. La radio non si accende più per avere solo svago e compagnia , circostanza in cui gracchii e fruscii sono ininfluenti, si accende per la musica, e l’ascolto deve essere di buona qualità per consentire eventualmente anche di registrare.
In quel periodo Radio Montecarlo si riceve soltanto in onde medie, con una qualità troppo povera per godere la musica: e sono sempre di più gli italiani che, schiacciato il tastino della modulazione di frequenza, non tornano più indietro. Si impone allora la necessità di recuperare le posizioni perdute, ma è difficile trovare un posto al sole anche sul nuovo palcoscenico dell’ FM. Un po’ per volta l’emittente monegasca comincia a sentire il peso degli anni; non resta che cercare di adeguarsi tecnologicamente dotandosi di una rete di trasmettitori in FM, perlomeno nelle città più importanti. L’emissione su alcune di queste frequenze comincia già nel 1981, con risultati però poco confortanti. Poi si prova anche la via della pubblicità, con una campagna di affissioni, dal titolo ” Montecarlo Ama Milano ” e con una tournee’ estiva con i Ricchi e Poveri. Sono sforzi che non danno l’esito sperato, gli ascolti diminuiscono gradualmente così come i contratti pubblicitari. Si tenta la carta della ricerca di un pubblico diverso, più adulto, rinunciando a puntare sull’ascolto giovane : con nomi di grosso richiamo si mira a una fascia più alta d’età, dove resta l’abitudine all’ ascolto in onde medie. Alla radio nei primi anni Ottanta arrivano collaboratori di prestigio: Enzo Biagi, Indro Montanelli, Oreste Del Buono, Helenio Herrera intervengono quotidianamente per un commento . Passano da Boulevard Princesse Charlotte anche Antonio Ricci, l’autore di Drive In e Striscia la Notizia, Beppe Grillo, Marco Predolin e Maurizio Costanzo.
Il programma di Costanzo, “VIP”, andava in onda dalle 10 alle 12, con 4 o 5 ospiti in studio, attori, gente di teatro e di cultura. Assieme a chiacchere di varia umanità c’era un gioco: si chiedeva agli ascoltatori di inviare delle cartoline, si sorteggiavano alcuni partecipanti, che venivano abbinati agli ospiti in studio ai quali Costanzo faceva domande di cultura, sport, cinema: chi rispondeva esattamente dava la possibilità all’ ascoltatore di vincere un premio. “ La trasmissione veniva registrata un po’ a casa mia, un po’ in RAI in via Mazzini “ ricorda Costanzo “ facevo delle cose pazzesche perché’ registravo in un pomeriggio una settimana intera di trasmissioni ; a Montecarlo ci andai una volta sola, assieme ad Alberto Sordi, solo perchè Sordi voleva scroccare un viaggio nel Principato. ” C’era anche Corrado che il giovedì pomeriggio alle 15 faceva una specie di Corrida, in diretta con Luisella.
La radio tenta anche la carta della presenza esterna con spettacoli e concerti: di quegli anni è la “Carawana” un programma itinerante condotto da Awanagana, a metà tra la candid camera e “Scherzi a Parte” che conduceva inchieste sul campo, partendo da curiosità, fatti di cronaca e di costume. Resta memorabile una spedizione all’isola della Maddalena, quando viene fuori in diretta, che la casa di Garibaldi in estate veniva affittata ai turisti tedeschi. Si cercano giochi anche più complessi e impegnativi, come “ Il tempo di un disco” condotto da Roberto Arnaldi: la troupe radiofonica andava nelle redazioni dei giornali, nelle scuole, nelle sedi delle associazioni, ed era la gente che si radunava in questi luoghi per mettere a punto una domanda sfida all’ animatore con un rovesciamento dei ruoli: gli ascoltatori ponevano il quiz alla radio.
Il calo d’ ascolto di Radio Montecarlo diventa inarrestabile dopo la metà degli anni Ottanta : bisogna fare i conti non solo con le private italiane ma ora anche con la RAI, che con Stereo Uno e Stereo Due cerca di portare la concorrenza sullo stesso piano e quindi non è più interessata a prolungare il contratto per la raccolta pubblicitaria che la lega all’emittente monegasca .
Siamo al dunque, si pone il problema della sopravvivenza della radio : nel 1986 Radio Montecarlo sembra aver fatto la sua epoca. Dopo vent’ anni, la minaccia della chiusura è all’ ordine del giorno. Nel frattempo in Italia la radiofonia privata ha assunto una dimensione credibile : nel 1987 cominciano i primi contatti con Alberto Hazan, titolare, di Rete 105 ( il primo network radiofonico in Italia ). Cominciano i negoziati, e dopo qualche giorno un’auto con targa monegasca è posteggiata in Via Turati, dove ha sede Rete 105. Grazie ai numeri oggettivi del primo network italiano, l’accordo viene concluso rapidamente: al gruppo Hazan viene data facoltà di sfruttare il marchio Radio Montecarlo e di occuparsi della ripetizione efficace del segnale in tutta Italia su una propria rete di trasmettitori in FM. L’intesa che garantisce la sopravvivenza di Radio Montecarlo viene siglata l’11 novembre del 1987.
L’anno dopo, secondo i dati dell’ indagine d’ascolto Audiradio, Rete 105 ha il primato in Italia fra le private con 1.777.000 ascolti giornalieri, e Radio Montecarlo ne conta 996.000. Tempo due anni e la cura ricostituente e cosmetica comincia a dare i primi frutti: aumenta il numero degli ascoltatori e l’emittente ritrova un posto nell’ Olimpo delle top ten italiane. Si apre una nuova fase della storia di Radio Montecarlo, inizia una seconda giovinezza.
È una Radio Montecarlo che parte da Monaco ma che ha la testa a Milano; l’emittente ringiovanisce, negli animatori, nello stile di trasmissione, nella scelta musicale. A Monaco si aggiungono a Max Pagani e Gianni De Berardinis nuovi disc-jockey come Andrea Munari, Maurizio Di Maggio, Patrizia Farchetto. Tempo due anni e da via Turati parte una vera e propria rivoluzione: Robertino Arnaldi lascia il posto nelle prime ore della mattina al ” Fausto Terenzi Show,” strappato a One-o-One network, ex Radio Milano International, mentre le ore notturne si vestono dei colori della musica New Age. Delle voci storiche rimangono solo Luisella, tuttora in onda e, fino al 1992, Awanagana.
Quando arriva Fausto Terenzi, Radio Montecarlo è la terza emittente privata in Italia, e dopo pochi mesi si ricompone per la sveglia della mattina il trio con Paolo Dini e Leone di Lernia.In onda nuove situazioni si aggiungono a quelle già famigliari agli ascoltatori del Fausto Terenzi Show: una per tutte, l ‘Orgasmodromo: “ La trasmissione è nata dalla segnalazione di uno degli editori, Edoardo Hazan” racconta Paolo Dini: “ Un giorno ci ha parlato di un disc-jockey francese che invitava a fare l’amore in diretta e ci ha chiesto di pensare a qualcosa di simile. Noi non sapevamo cosa facesse esattamente il francese, ma l’idea era bella, ci abbiamo lavorato e dopo pochi giorni il programma era in onda: in pratica c’erano al telefono un uomo e una donna che fingevano di raggiungere l’ orgasmo. Non era difficile trovare partecipanti, assolutamente : certo, c’era chi era forzatissimo e altri cui invece veniva di un naturale…gente che al telefono diceva a quell’ altro: – Adesso girati…-. Mi ricordo che una volta ci mandarono un fax da un ufficio postale ligure. Questi ascoltavano sempre noi la mattina e tenevano la radio sotto il bancone. Un giorno entrarono delle vecchiette e loro si erano momentaneamente allontanati dall’ufficio lasciando la radio accesa con l’orgasmodromo in funzione. Queste signore non vedevano nessuno nell’ufficio postale, ma sentivano questo amplesso virtuale…”aaaaoooouuuu…”, che veniva da sotto il bancone. A un certo punto gli impiegati le hanno viste, sono usciti e hanno detto: “No, no non vi preoccupate è la radio… C’è ancora chi se lo ricorda con un po’ di nostalgia quel programma , come uno che ha chiamato di recente per chiederci: “Non lo fate più il godometro ?”.
l resto è storia dei giorni nostri.La Radio Montecarlo degli anni Novanta mantiene le sue grandi tradizioni per quello che riguarda l’intrattenimento, sia con Luisella che con la irrisistibile comicità di Lester e Paolo Dini, sia con Max Venegoni, Patrizia Farchetto, Leopardo. Ma le novità degli ultimi anni riguardano il terreno nuovo dell’ informazione e ancora una volta la musica.
L’informazione a Radio Montecarlo vuol dire dodici radiogiornali quotidiani ma soprattutto Anteprima Sera, in onda dall’ aprile del 1994, da quando la redazione si è trasferita da Milano: il programma, tra interviste e approfondimenti sui fatti del giorno, compie rapide incursioni nelle redazioni di quotidiani e telegiornali per raccogliere dai direttori le anticipazioni su ciò che gli ascoltatori potranno vedere sul piccolo schermo di lì a poco o leggere l’ indomani sui quotidiani . E’ la prima trasmissione, per una radio privata nazionale, nella quale sono in onda contemporaneamente due studi: Monaco, che cura la programmazione musicale, e Milano, che cura quella giornalistica.
E poi c’è la programmazione serale con musica di qualità: avviata da Nick the Nightfly, il mattatore scozzese delle notti partite “New Age” e diventate poi “Montecarlo Nights”, ora interpretate e condotte nella maniera migliore da Kay Rush e Tin Tin.
Dopo tanti anni il posto al sole di Radio Montecarlo si è fatto più stretto: partita da sola si trova ora in compagnia di tante radio private che ha tenuto a battesimo, per le quali è stata una fonte d’ispirazione artistica e alla cui scuola si è formata una intera generazione di animatori.
A questo punto della seconda giovinezza di Radio Montecarlo le onde sonore d’oltreconfine, dopo aver sparso con generosità i semi dell’ispirazione, hanno messo radice nel nostro paese; la storia di Radio Montecarlo diventa tutt’uno con quella della radio privata in Italia.
Tratto da :
” LA RADIO, CHE STORIA! ” DI PAOLO DEL FORNO E FRANCESCO PERILLI “
EDIZIONI LARUS BERGAMO
ARTICOLO FINE ANNI ’70 SU RADIO MONTECARLO PUBBLICATO DA TV SORRISI E CANZONI